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Piero a figure nere
di Giulia Grassi |
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Nel 1998 sui
rotocalchi appare l'immagine pubblicitaria
di un nuovo profumo per uomo, Jungle,
del marchio francese Kenzo.
Rappresenta il busto di un giovane, di
profilo contro un vasto paesaggio africano
animato da un branco di zebre. Il giovane ha
in equilibrio sulla testa il flacone del
profumo, posto frontalmente
per permetterne una migliore leggibilità. In
basso, sulle spalle nude del modello, il
logotipo e il nome del prodotto. Nella
versione a doppia pagina il paesaggio assume
un'importanza maggiore, ma è sempre in subordine
rispetto al profilo del giovane (click).
È un'immagine semplice, volta a
trasmettere un'idea di libertà e di spirito
selvaggio, per un profumo virile, sensuale
ed esotico,
creato da Olivier Cresp per chi ama le
emozioni forti e vive con intensità.
La
campagna pubblicitaria continua anche l'anno
successivo, con l'aggiunta di un altro
modello, Satya Oblet, ma sempre fotografato
secondo la medesima impostazione (click). |
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Il flacone ha
una forma
lineare, dal profilo leggermente concavo, ed
è 'zebrato' trasversalmente mentre la
scatola è decorata con un motivo dai toni
bruno e pistacchio che richiama anch'esso la
savana africana.
Sul sito web di Kenzo si specifica che
La savane souffle ses couleurs,
une nouvelle sensualité s'accroche à l'écorce.
Contraste du blanc et du bois, des ombres et
de la lumière, l'étui porte force et
caractère. |
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L'immagine della testa maschile con il flacone sulla
testa allude in modo intrigante alla ceramica
greca attica
a figure nere, in particolare alle oinochoe e pelike plastiche a forma di testa umana apparse
nell'ultimo venticinquennio del
VI secolo a.C.
Tra gli esemplari conservati c'è l'oinochoe nel
Museum of Fine Arts di Boston, del 520 a.C. ca, modellata
a testa di negro "di una vigorosa
caratterizzazione naturalistica, che presuppone
modelli forse in schiavi presenti nelle più ricche
famiglie ateniesi" (Giovanni Becatti, L'arte
dell'età classica, 1971, p. 133).
Le affinità sono accentuate dalle labbra
del modello, che appaiono carnose, e dai suoi
capelli cortissimi, simili alla calotta lanosa dell'oinochoe,
plasticamente resa con globetti di argilla. |
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A
livello compositivo, un busto maschile che, di
profilo e in primo piano, domina uno
sfondo paesaggistico in cui il cielo occupa lo
spazio prevalente, richiama per
associazione il celebre Ritratto di Federico da
Montefeltro dipinto da Piero della Francesca
(tra 1464 e 1472).
Qui, come nell'immagine pubblicitaria, testa e collo
della figura maschile si stagliano
contro il cielo, al di sopra del paesaggio che, di conseguenza,
appare molto lontano; e entrambi offrono alla
vista il profilo sinistro (nel caso del duca per
ragioni di estetica, visto che era il lato 'buono'
del volto).
È un modo
particolare di attingere al
patrimonio della cultura visiva occidentale, ricorrendo ad
un'immagine di riconoscibilità non immediata. L'oinochoe plastica attica
non è un manufatto noto a grandi folle, e Piero
della Francesca non gode della popolarità di
Leonardo o di Michelangelo; inoltre il ritratto di
Federico da Montefeltro |
è
tra le sue opere più conosciute, |
tanto è vero che è comparso in altre pubblicità
(ad esempio nella
campagna
Famosi per la qualità della Esselunga
(2001-04), ideata da Armando Testa, in cui viene ironicamente
riletto come una pesca con un cappello rosso accanto all'headline
'Piero della Franpesca'; e in quelle delle penne
Aurora e dell'azienda produttrice di cotto
Il Ferrone). |
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In questo caso il pubblicitario ha operato
un'operazione più
sottile, anche se non è chiaro quanto consapevolmente, perché
"l'immagine suggestiva (il modello) non può essere chiaramente
identificabile e rintracciabile [ma viene scelta per] una
generica 'aria di famiglia' [che la rende] preferibile, e alfine
più efficace, rispetto a un'immagine celebre" (Bonoldi,
2005*, p. 424 e su
Peithò&Mnemosyne).
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La
pubblicità dei profumi
Quello dei profumi è un settore particolare del
marketing, dovendo pubblicizzare un prodotto per sua
natura immateriale (diversamente da una
borsa o un orologio) e puramente voluttuario, privo
di risvolti funzionali (diversamente da un
deodorante): il profumo non si vede,
non si tocca, non rende più puliti. Tutto questo rende difficile
distinguere, e scegliere, tra più prodotti.
Per questo nell'annuncio pubblicitario, come nel
caso proposto,
l'accento viene posto su alcuni elementi.
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La marca (brand) innanzitutto. La marca è
sempre stata importante, ma oggi le si chiede di essere
non solo riconoscibile
e permanere nella memoria, ma di dar vita a "un
mondo possibile" esclusivamente legato ad essa
e diverso da quello reale e degli altri prodotti (Semprini,
1996, p. 117 sgg), al punto da diventare "un soggetto
dall'identità vivace e dinamica alla costante
ricerca di se stesso" (Codeluppi,
2001, p. 27).
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L'immagine (visual), in genere un modello /
modella in un ambiente più o meno definito. Deve
essere evocativa, suggerire atmosfere, sensazioni,
un modo di essere e di
vivere, di porsi in relazione con gli altri o con se
stessi; il consumatore deve riconoscervi ciò che è
(crede di essere) o ciò che vorrebbe essere.
"Sensazioni, non storie" (Agnello, 2005-06).
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Il flacone (e scatola, packaging), sola cosa visivamente
concreta del prodotto: entrambi devono essere coerenti con il mondo evocato dal
visual. Ad essi si dà importanza
fin dalla nascita della pubblicità moderna (fine del XIX secolo) perché "Bisognava
qualificare un prodotto per sua natura effimero...
Bisognava renderlo riconoscibile e se possibile
preferibile sul mercato" (C. M. Letkowith,
The Art of Perfume, 1998).
"Ora, provate a pensare un nuovo profumo maschile,
secco e speziato. Mettetelo in un flacone esagonale
di vetro nero, con rinforzi dorati sugli spigoli, e
scriveteci sopra in oro "EGO", tutto maiuscolo.
Oppure versatelo in un flacone ovoidale di vetro
satinato azzurrino, e con un elegante corsivo
scriveteci sopra "Zen". Oppure riproducete
alla perfezione il bellissimo flacone trasparente
che avete trovato in un mercatino di cose vecchie,
metteteci sopra un tappo argentato e aggiungete il
nome "900". O finalmente inventate un flacone
ovoidale di plastica giallo-acido, e battezzatelo
"Sax". L'odore resta lo stesso, ma è differente il
modo in cui si sviluppa il racconto che ciascun
profumo fa di sé (e di chi lo sceglie)" (Testa,
2006, p. 19).
Si stabilisce così una complicità
emozionale tra prodotto e consumatore, in modo che
scelga, tra le tante, proprio 'quella' fragranza.
Certo,
questa tendenza a presentare il prodotto non nei
suoi aspetti materiali ma facendo leva su sensazioni
ed emozioni è ormai comune a tutta la pubblicità, ma per i profumi è
essenziale, proprio per le
loro caratteristiche intrinseche (Boero,
2005). |
Un
link alla mostra
Cosmesi e profumi (Parma 2007), e uno a un
articolo sulla
pubblicità dei profumi per uomo
(in inglese) |
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