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Con Escher a fare shopping

di Giulia Grassi

 
 

 

 
Immagini della campagna pubblicitaria per i 'grandi magazzini' La Rinascente, attualmente presente sulla carta stampata (Agenzia: Indipendent Ideas).

Alcune modelle sono fotografate in relazione ad architetture spiazzanti, rese secondo punti di vista improbabili: un chiaro riferimento alle immagini realizzate da Maurits Cornelis Escher (1898-1972), moderno maestro dell'inganno visivo. Ad esempio Alto e basso, 1947 (a), Belvedere, 1958 (b), Salita e discesa, 1960 (c):
 

La campagna in autunno è stata ripresa, con una nuova serie di immagini che proseguono la linea spiazzante di quelle precedenti.
(cliccare sulle foto a destra per ingrandire)



 

Le opere di Escher ci sorprendono, e spiazzano, perché caratterizzate dai cosiddetti "oggetti impossibili", vale a dire figure che nella riproduzione bidimensionale appaiono verosimili ma che non potrebbero mai esistere tridimensionalmente, in quanto contrastanti con i principi della geometria. Inoltre, questi oggetti impossibili ci offrono una lettura non univoca dello spazio, in quanto in essi coesistono piani opposti, come la veduta dall'alto e quella dal basso, il dentro e il fuori e così via.

L'artista si esprimeva soprattutto attraverso il bianco e nero (incisioni e litografie) mentre le pagine pubblicitarie sono a colori, ognuna

a

b

c
caratterizzata da una tonalità dominante. Nell'insieme suggeriscono l'impressione che lo spazio 'fisico' dei magazzini sia un percorso magico, insolito e ricco di sorprese, come se ogni visitatrice fosse una incantata Alice nel Paese delle Meraviglie.
 
Un elenco di pubblicità che, nell'ultimo decennio, si ispirano a Escher è reperibile sul sito Coloribus (click). Tuttavia, in alcuni casi non si tratta di un riferimento diretto all'immaginifico pittore quanto ad artisti o scienziati ai quali lo stesso Escher si è ispirato.

È il caso, ad esempio, della campagna del 2007 per la Lexus LX 470 di Toyota (Agenzia: Saatchi & Saatchi, Australia).
Qui si è riprodotto il cd 'triangolo impossibile' o Tribar non nella interpretazione escheriana bensì nella versione originaria formata da piccoli cubi (a), inventata nel 1934 dall'artista svedese
Oscar Reutersvärd (1915-2002) (click), e in quella semplificata (c) nota come Triangolo di Penrose (click) in quanto elaborata nel 1958 dal fisico matematico Roger Penrose (1931), che ignorava il lavoro di Reutersvärd ed ha coniato il termine Tribar. La terza (b) è collegabile ancora a uno degli oggetti impossibili di Reutersvärd (click), molto celebre in quanto riprodotto, insieme al triangolo, su una serie di francobolli emessa in Svezia nel 1982.
 

         a

    b

   c

     

 

[Sulle campagne pubblicitarie della Rinascente affidate, all'inizio del XX secolo, al grande Marcello Dudovich click;
su rielaborazioni tridimensionali delle opere di Escher, e degli oggetti impossibili che le ispirano, click]

 

fonti: D di Repubblica

(gennaio-marzo 2010)

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