La
Gioconda, probabilmente il quadro più conosciuto al
mondo, viene dipinta da Leonardo forse a Firenze e forse
tra 1503-1506 (gli studi più recenti mettono in dubbio
sia luogo che data di realizzazione).
Ancor oggi si
discute sull'identità della giovane donna raffigurata.
Accanto alla tradizionale identificazione con Lisa
Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo
(ripresa, ad esempio, sul sito del Louvre, museo che
ospita l'opera e sostenuta, tra gli altri, da Giuseppe
Pallanti), ci sono quelle con Isabella Gualandi,
favorita di Giuliano de' Medici (Carlo Pedretti, Carlo
Vecce), Caterina Sforza (Magdalena Soest),
Bianca Sforza, primogenita di Ludovico il Moro
(Ernesto Solari) o
con lo stesso Leonardo, per la
sovrapponibilità con il celebre Autoritratto
di Torino (Lillian Schwart, Renzo Manetti, Alessandro
Vezzosi). E solo tre anni fa si è sostenuto che
rappresenti una puerpera, proprio
Lisa Gherardini
raffigurata dopo aver messo al mondo il secondo dei suoi
cinque figli
(Bruno Nottin).
Non manca, peraltro, chi ritiene che siamo di fronte non
al ritratto di una persona realmente esistita ma
a una 'invenzione' che sintetizza la visione artistica
e filosofica di Leonardo.
Dalla Dama coi gelsomini (Caterina
Sforza?) -
di Lorenzo di Credi - alla Gioconda
La Gioconda e l'Autoritratto di
Torino
È un'opera-simbolo, una vera icona globale del XX
secolo (vedi da
ultimo il ponderoso volume di Donald Sassoon, Il mistero della Gioconda. La
storia di un dipinto attraverso le immagini, Milano
2006). Non a caso è stata sottoposta a decine di
ritocchi e deformazioni irriverenti, anche da parte degli artisti che,
dagli inizi del XX secolo, misero in discussione l'arte
figurativa 'accademica' prendendosela
proprio con lei (esempi);
graffitari compresi (Basquiat, 1983,
click). E molte sono le sue citazioni nel cinema.
Tra le più recenti, quella nel film catastrofico 2012
(Roland Emmerich, 2009): è l'unico quadro mostrato tra
le opere d'arte messe in salvo prima della distruzione
del mondo.
Talmente celebre che la si ritrova in contesti
insospettati (click),
o da dare il nome a una linea di detergenti per la casa
(click).
E sempre fonte di sorprese, e di polemiche: agli inizi
di dicembre gli esperti del Comitato Nazionale per la
Valorizzazione dei Beni storici, culturali e ambientali
hanno comunicato di aver scoperto due lettere piccole
piccole, volutamente celate, in ognuna delle pupille
della enigmatica signora (click).
On-line numerosi sono i siti caratterizzati da vera giocondafilia e quindi
ricchi di informazioni e immagini (tra i tanti,
il sito di
R.A. Baron).
Ancora, è protagonista delle ricostruzioni in 3D che
impazzano sul web a proposito di personaggi più o meno celebri (in
basso a sinistra,
dal serissimo
sito del Prof.
Dr. Volker Blanz). Ed è una delle
opere oggetto di un
esperimento di animazione tridimensionale
presentato
a Pechino allaWorld
Classic Interactive Arts Exhibition
nell'estate del 2009:
Monna Lisa parla (in cinese), saluta con la
mano, si volge verso il pubblico che fa
domande (le fanno compagnia
l'Ultima Cena di Leonardo, l'Apollo
del Belvedere e la Nike di Samotracia ecc).
Quella che segue è, al solito, una selezione di immagini
pubblicitarie in cui appare la Gioconda, operata
scegliendo in particolare quelle in cui non è
semplicemente fotografata come testimonial "autorevole" di un
prodotto, ma è stata sottoposta a una "rilettura":
ritoccata, deformata, trasformata in qualcosa d’altro.
Si tratta di una selezione assolutamente incompleta,
perché il quadro continua ad essere citato ovunque, e
nei contesti pubblicitari più diversi,
dalle campagne promozionali internazionali al manifesto
del supermercato di quartiere;
ed è relativa soprattutto all'ultimo ventennio, con
alcune eccezioni e proposte vintage. Piccolissima
sezione finale sul Monna Lisa nella Street art.
(Cliccare sulle immagini per aprire una pagina
sinteticamente informativa).
[Aggiornamento: da 111 a 135 immagini]