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Relax a regola d'arte

di Giulia Grassi
 
 
Campagna pubblicitaria del marchio Poltrona Frau, curata da Armando Testa (2004).
L'headline "Saper vivere è una forma d'arte" rende esplicita la scelta del visual: immagini in cui le poltrone reclamizzate vengono inserite entro 'quadri' che ricordano opere di Magritte (a) e De Chirico (b) o diventano esse stesse una pittura, nel caso stile Mondrian (c), quindi di grandi artisti del XX secolo. Prodotti non solo comodi e funzionali, ma esteticamente belli, rivolti a un pubblico che sa vivere con stile e riconoscere la qualità.
La campagna rientra in una categoria di utilizzo delle opere d'arte che è stata definita 'à la manière de': "Rifacimenti, ispirazioni, riflessi e ambientazioni: la messa in scena pubblicitaria si avvale di allestimenti che riecheggiano, stilisticamente o formalmente, l'atmosfera di un'opera classica o la maniera di un autore famoso" (K. Mazzucco, 2008*, tav. IV e indice in Peithò & Mnemosyne).

 

a
 

b
 

c
 

        

 
Il richiamo è a René Magritte (1898-1967), lui stesso pubblicitario ma per necessità, visto che lo considerava un "lavoro da imbecilli" perché "per il pubblico ci vogliono soltanto cose mediocri".
All'artista attingono largamente i pubblicitari contemporanei, come documentano studi in proposito: D. Schneider, 1999 (
Détournement de l'oeuvre de René Magritte); G. Lugrin, 2002, con molti esempi; M. Mensa - D. Roca, 2005 (Magritte: creativo publicitario, con bibliografia).

In questo caso sono magrittiane: la stanza sottodimensionata rispetto alla poltrona, la finestra che si apre su un cielo percorso da nuvolette bianche, il tavolino rotondo con l'inconfondibile bombetta dentro una scatola di vetro; e poi i colori netti e brillanti e la calligrafica precisione dei dettagli.

         

 
Giorgio De Chirico (1888-1978), inventore della pittura 'metafisica', è il pittore a cui si ispira la pubblicità: il portico lineare sulla sinistra, il cavallo sul piedistallo (memore dei monumenti equestri nelle varie "piazze d'Italia"), il pavimento ad assi dalla prospettiva ribaltata, le ombre nette creano infatti un'atmosfera sospesa di sapore dechirichiano, nella quale il modello sinuoso della poltrona si inserisce perfettamente (altra pubblicità in Peithò & Mnemosyne, 2001).

De Chirico stesso, a Parigi nel 1924 per la seconda volta, era stato stregato dai manifesti del geniale Leonetto Cappiello, tanto da scrivere: "Ogni muro tappezzato di réclames è una sorpresa metafisica" (in L'arte della pubblicità, 2009, pp. 23-24).

 
In questa pubblicità il divano 'è' un Piet Mondrian (1872-1944). In effetti, la sua pittura si presta molto a uno sfruttamento nelle pubblicità (lui stesso aveva aperto una agenzia pubblicitaria): basta accostare quadrati e/o rettangoli di colori e dimensioni diversi entro linee nere più o meno marcate per richiamare visivamente la sua maniera (P.B. Meggs, Mondrian as a Marketing Tool, 1990).
 
Come esempio, ricordiamo le pubblicità del 1989 della Birra Bavaria, del 2003 di un
monitor al Plasma della Sony e, tra le più recenti (maggio 2009), quella del marchio di design di interni Arflex. Dal 1985 è il logo della linea Studio Line de l'Oreal.
 
 

Dello stesso tipo sono le immagini della campagna pubblicitaria 2008 del marchio di tessuti di qualità Reda (headline: Reda in Italy).
 
Come è chiarito nel sito web: "La nuova campagna pubblicitaria trae ispirazione dall'arte del Novecento: opere di celebri artisti vengono reinterpretate attraverso i tessuti. La scelta del tema non è casuale: Reda ha sempre manifestato interesse nei confronti delle espressioni artistiche, per valorizzare il connubio tra arte della pittura e del tessuto nell'ottica di salvaguardia delle tradizioni artigiane. [...] La tela è per l'artista quello che i tessuti Reda rappresentano per lo stilista: la materia prima con la quale realizzare un capolavoro".
 
La reinterpretazione è di opere rispettivamente di Mondrian e Lucio Fontana (1899-1968), artista creatore dello 'Spazialismo' e molto famoso per le sue tele con i 'tagli'.

        

 
 
Infine, ricordiamo una campagna pubblicitaria del 1995 per il marchio Barilla (Agenzia Young & Rubicam, Italia), tutta giocata tra il tipo di pasta e il nome dell'artista: ad esempio, l'headline Ruote rotellate nel ragù si riferisce al formato di pasta, le ruote e, per associazione, al nome dell'artista Mimmo Rotella, "la cui inconfondibile impronta stilistica si riconosce nelle confezioni à la manière de" (in proposito, M. Centanni, 2008, pp. 26-27 e due figure; K. Mazzucco, 2008*, due altre figure nella tav. IV). Per altre pubblicità della Barilla vd., in Alipes, Un evergreen: la natura morta (3), la scheda 63 del Colosseo e il mitico spot di Fellini del 1985 (click)
 

 

Ruote rotellate nel ragù
- Mimmo Rotella

Nicchiole in salsa
multicolore
- Mondrian
Farfalle al taglio di
salmone
- L. Fontana
Reginette al pomodoro
-
Arnaldo Pomodoro
Orecchiette impacchettate
- Alberto Burri

Gemelli sospesi a un
filo
- Alexander Calder

* Per altre pubblicità ispirate a Magritte vedi Ceci n'est pas Golconde
 

fonti: quotidiano La Repubblica, settimanale Il Venerdì di Repubblica, magazine L'Espresso

(giugno-luglio 2009)

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