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Rivoluzione al centro commerciale

di Giulia Grassi

 
 
Campagna pubblicitaria dei grandi magazzini Khadims Egaro (Agenzia: Ogilvy & Mather, India 2007).
 

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L'headline Join the shopping revolution (Partecipa alla rivoluzione dello shopping) spiega il senso della campagna pubblicitaria, nella quale i giovani impegnati nello shopping sono fissati nelle pose dei protagonisti di alcune celebri opere di contenuto storico: La Libertà che guida il popolo (1830) di Eugène Delacroix (a), Operaio e contadina dei kolckoz (1937) di Vera Mukhina (b), l'Iwo Jima Memorial (1954) ad Arlington Virginia, ricalcato sulla foto di Joe Rosenthal del 23.2.1945 (c) e una delle sculture collocate di fronte al Mausoleo di Mao Zedong (1976-77) a Pechino (d).
 

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Si tratta di una modalità di utilizzo dell'opera d'arte che si richiama a un modello sedimentato nella memoria collettiva e, al tempo stesso, si compiace "della citazione erudita, spesso destinata a rimanere implicita, in secondo piano: la citazione volta a carpire l’attenzione e/o suscitare il compiacimento intellettuale di un target specifico e tendenzialmente elitario (fig. 37)" (Bonoldi, 2005, p. 317 e in Peithò&Mnemosyne). Le opere in questione farebbe parte di quelli che, nella classificazione della  rubrica Peithò&Mnemosyne: Pubblicità e Tradizione classica, vengono definiti 'archetipi della memoria collettiva', vale a dire "Forme, idee, temi, simboli, appartenenti al DNA culturale, [che] riemergono nel messaggio pubblicitario non per citazione di un preciso modello iconografico, ma come engramma", cioè 'segno' interiorizzato.
Non è importante, quindi, quanti siano in grado di riconoscere immediatamente le opere d'arte che si celano dietro le immagini pubblicitarie ma la sensazione che esse richiamano: nel caso, l'idea di rivoluzione o, comunque, di esito vittorioso di uno scontro, che è propria di tutte le immagini artistiche prese a modello. Il tutto con una buona dose di ironia, visto l'iperbolico accostamento tra i fatti storici cui si allude nelle opere e la rivoluzione nell'acquisto cui si è chiamati a prendere parte.
 

 
Delle opere prese a modello nella campagna, quella che maggiormente ricorre nella pubblicità è La Libertà che guida il popolo di Delacroix, ispirata ai moti rivoluzionari parigini del luglio 1830 (in Alipes, click).
Anche in quella italiana se ne trovano degli esempi.

 

 
Per avvalorare 'un'altra rivoluzione TIM' proposta nel 2002 (vedi Pethò & Mnemosyne).

Per pubblicizzare una marca di abbigliamento
casual, 40WEFT: nella campagna 2006 la 'rilettura' del quadro francese è accompagnata dal verso di una canzone degli UB40, What are you fighting for? (Per cosa stai lottando?).

Per
lanciare sul mercato 'Power', una nuova linea di accappatoi in microfibra ideata da Cotton Joy
(Agenzia Keller ADV, 2008; headline Powerevolution, vedi Spotanatomy).
Qui la moderna Libertà, che sventola un accappatoio a mo' di bandiera, guida una folla di seguaci-acquirenti che stringono tra le mani una confezione del prodotto, spinta in alto dal braccio teso come negli anni '70 del XX secolo si faceva col 'libretto rosso' di Mao.
 
Rimanendo in ambito comunista, il gruppo statuario
Operaio e contadina dei kolckoz di Vera Mukhina, uno degli emblemi della rivoluzione d'Ottobre del 1917, è particolarmente ricorrente in Russia, per ovvie ragioni.

Si possono citare in proposito le pubblicità di una marca di sigarette (Yava Gold, 1999. Da notare sullo sfondo i grattacieli di Manhattan) e della vodka Stolichnaya (in Hoffman, 2003, p. 119).
 

     

      
     

 
Invece i marines dell'Iwo Jima Memorial di Arlington, ricalcato su una foto di Joe Rosenthal che immortala
il gesto-emblema della conquista americana dell'isola giapponese nel 1945, si prestano molto bene alle pubblicità sportive che esaltano il dinamismo, la compattezza e lo spirito di gruppo di un team agonistico.

Nel 2009 hanno riletto tale modello la SA Rugby, a sostegno delle iniziative del
SASCOC (The South African Sports Confederation and Olympic Committee); e gli autori del manifesto della Baseball World Cup svoltasi a Nettuno in settembre:
'The battlefield is back in Nettuno" si riferiscee al 'campo di battaglia' dello sbarco americano del 22 gennaio 1944.

  

 

Il richiamo bellico caratterizza anche la pubblicità della nuova Vespa GTS 300 Super (Agenzia: TBWA Italia, 2008), della Piaggio.

Sotto l'headline 'Sfidatela' sono posizionati la Vespa (che la sottostante bodycopy definisce grintosa come mai prima) e un guerriero che ricalca gli eroi spartani delle Termopili secondo l'iconografia fissata nel fortunato film 300 (2007).

 

 
Il manifesto di invito alla presentazione internazionale del veicolo, alla Triennale di Milano, è invece memore delle creazioni dei costruttivisti russi degli anni Venti del XX secolo: a mo' di esempio ricordiamo Libri! In ogni ramo della conoscenza, manifesto con fotomontaggio di Lily Brick realizzato nel 1924 da Alexandr Rodčhenko; e la copertina di libro costruttivista di El Lissiztky, del 1925 (per una campagna pubblicitaria 'costruttivista' click).
Sempre al costruttivismo si richiama anche il layout (la disposizione dei vari elementi) della pagina con lo spartano, anche se in modo decisamente meno immediato.
 

fonti: Coloribus, stampa periodica, web, affissioni

(ottobre-dicembre 2009)

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