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Profumate visioni
a figure rosse
di Giulia Grassi |
Eau sauvage è il primo profumo per uomo prodotto dalla maison
Dior (1966).
Le due immagini in basso a sinistra fanno parte di una campagna
pubblicitaria apparsa nel 1982-1983, e non si tratta di foto
bensì di illustrazioni. Sono identiche quanto a format
(struttura generale), ma diverse nel layout, cioè nella
disposizione dei vari elementi nella pagina. Nel primo caso il
logotipo (Christian Dior), il nome del prodotto (Eau Sauvage),
il pack shot (l'immagine del prodotto con la sua confezione) e
il visual (un giovane di profilo, nudo ma con un asciugamano
buttato sulla spalla destra, e che incede stringendo tra le mani
un flacone della preziosa fragranza) sono tutti posizionati su
un fondo omogeneo nero, che a un terzo dell'altezza è tagliato
orizzontalmente da una doppia linea
rossa. Nel secondo caso il logotipo e il pack shot sono isolati
dal resto, posizionati nella parte superiore di una pagina
bianca ed evidenziati rispetto alla parte illustrativa,
ridimensionata a un riquadro nero con il giovane e il nome del
prodotto.
Sono state create dall'illustratore René Gruau
(Renato Ricciardelli delle Caminate, 1909-2004), uno dei più
grandi disegnatori di moda del XX
secolo, che aveva iniziato la
sua collaborazione con Dior nel 1947.
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René Gruau
Il suo stile, caratterizzato dall'uso di un tratto
curvilineo molto marcato, di pochi colori forti e
contrastanti, specialmente il nero, il bianco e il
rosso ai quali occorre aggiungere il giallo e il
violetto,
nella sua essenzialità risulta di grande efficacia
iconografica e persuasiva, di misteriosa e forte
suggestione. Nel 1952, in occasione di un’intervista
che comparve su “Graphis”, l’artista asserì: “On
préfère immanquablement une photographie passable a
un dessin de mode passable. Mais on préfère toujours
le bon dessin à la bonne photographie de mode et les
couturiers travaillent mieux sur un de mes dessins
que sur la meilleur photo du monde”.
Egli era consapevole che lo stile costituisce
l’elemento essenziale per l’efficacia del messaggio
pubblicitario; a differenza di una fotografia,
infatti, l’artista apporta nel disegno la sua
ricerca personale, frutto di un’elaborazione
concettuale tradotta in grafica, entrando in
comunicazione con la sensibilità dello spettatore.
[...] Le fonti di ispirazione di René Gruau vanno
ricercate nei manifesti pubblicitari della Belle
Epoque, nelle stampe giapponesi, nella fotografia e
nel cinema, così come nell’architettura. Le opere di
Toulouse-Lautrec, Degas, Manet, Drian, Leonetto
Cappiello, Boldini hanno senz’altro influenzato i
disegni dell’artista italofrancese, che, dalla
stampa giapponese ha appreso le tecniche di
composizione dello spazio, la ripartizione delle
masse e la resa calligrafica, che si sono rivelate
molto utili nella grafica pubblicitaria, creando
risultati di grande effetto.
[...]
Il
successo dello stile di Gruau è da ricercare nella
combinazione di tutti questi elementi compositivi,
così come alla libertà del disegno, che prevale
sempre sull’oggetto rappresentato: nelle sue
illustrazioni la parola non occorre perché viene
trasformata in puro simbolo, in contrassegno, in
quella che è stata definita “aura estetica del
prodotto”
.
[...]
Da
alcuni anni anche in Italia è possibile ammirare
l’arte di René Gruau: la sua città d’origine,
Rimini, gli ha infatti dedicato una mostra
permanente allestita all’interno del Museo della
Città, che è stata inaugurata nel dicembre del 2000
alla presenza dell’artista stesso.
(da:
Elisa
Tosi Brandi, 2007,
pagg. 4-5) |
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Lo stile delle due pubblicità è pienamente aderente
ai caratteri
tipici di Gruau. Ma l'impianto generale, non
sappiamo quanto consapevolmente, sembra rimandare a
modelli molto antichi: la figura virile nuda, con il
rosso tenue dell'incarnato che contrasta col bianco
dell'asciugamano e che si staglia sul fondo scuro,
ricorda la
ceramica greca a figure rosse. Ad esempio, su un cratere al British Museum
(E 508) datato al
450-440 a.C., un musico richiama
suggestivamente il giovane dell'illustrazione,
compreso il manto buttato sulla spalla (nel caso, la sinistra).
Forse è una semplice coincidenza, il riaffiorare
inconscio di "archetipi della memoria collettiva"
(in
proposito,
Peithò & Mnemosyne). Ma è un aderenza visiva che
colpisce... |
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La ceramica greca antica appare, anche
se non frequentemente, nella pubblicità
degli ultimi anni. Per quella
a figure nere si vedano, in
Alipes,
Scarpe da
ginnastica panatenaiche
e
Piero a
figure nere).
La ceramica a figure rosse è stata
utilizzata, in modo molto originale, per
una pubblicità del marchio Cotto del
Vignola nel 2004 (vd
Lorenzo Bonoldi, 2008, pp. 66-68 e
in
Peithò & Mnemosyne, 36, 2004).
E, ancora, per la pubblicità di un
programma sportivo dedicato all'Italia (Italy
X Fifa World Stars, 1999) dalla
televisione brasiliana Rede Record: il
guerriero di un vaso a figure rosse e l'headline
"They against the World. Again",
Loro contro il mondo. Di nuovo (a
destra).
(Agenzia:
Ogilvy &
|
Mather) |
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