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Mamma lupa e i suoi lupetti
di Giulia Grassi
La
lupa capitolina (vedi
sotto) è, con il
Colosseo, uno dei simboli di Roma,
legata al
mito delle sue origini e nota in tutto
il mondo.
Non a caso ha accompagnato i giochi
della XVII
Olimpiade, svoltasi nella capitale nel 1960:
dominava il
manifesto disegnato da Armando
Testa (a destra) e accompagnava
anche le pubblicità collegate
all'evento.
È il simbolo di una delle due
squadre di calcio cittadine,
l'A.S. Roma (click). E nell'anno appena
passato il Comune di Roma ha
bandito un concorso per la
creazione del nuovo logo dell'urbe, che dovrà essere
"fortemente rappresentativo del
fascino e del prestigio della
città e della sua unicità
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storica, culturale e
territoriale" e
rappresentare "la lupa
capitolina, simbolo
della fondazione di Roma" (clicca
qui per il vincitore).
È quindi del tutto logico
che sia il testimonial di
numerose pubblicità, sia di
carattere locale (aziende o
associazioni che operano in
città) sia per eventi
cittadini però di risonanza
nazionale o internazionale. |
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La sua
silhouette si staglia normalmente sui manifesti
che ogni 21 aprile ricordano il Natale di Roma,
cioè la fondazione della città (per
la cronaca, nel 2009 si è celebrato
il 2762° anno a.u.c., dalla
fondazione
dell'urbe).
La sua
immagine, ironicamente
reinterpretata, è da anni
il logo di una delle
manifestazioni musicali
più interessanti
dell'Estate Romana,
Roma incontra il Mondo,
che si svolge a Villa
Ada: un festival
multietnico con
musicisti espressione di
luoghi e culture molto
diverse tra di loro.
La lupa non è minacciosa
e i gemelli (tre!)
succhiano il latte a
tempo di musica.
È anche l'emblema di
Romics, il 'Festival
Internazionale del fumetto,
dell'animazione e dei Games' che si
svolge a Roma dal 2000:
per l'occasione la lupa
è diventata un
lupetto, con indosso
elmo e sandali (caligae)
stile centurione romano,
ma senza alcuna impronta
bellica o violenta,
anzi, è molto
ammiccante.
Nell'immagine |
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pubblicitaria (edizione 2009) il lupetto
viene proposto con le mani dietro la
schiena, ma è
stato disegnato in più varianti, ad
esempio che impugna un
pennello a mo' di lancia,
mentre lo usa per dipingere
o lo intinge in un colosseo-calamaio
colmo di colore (click).
Per celebrare il decennale del festival
(2010) indossa un elegante cilindro e si
appresta a stappare una bottiglia di
spumante (click).
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Appare, infine, nel logo del MotoDays, una manifestazione
dedicata agli amanti di moto e
scooter, la cui prima edizione si è
svolta proprio nel 2009 (5 - 9
febbraio).
In questo caso, la
nostra lupa porta sul
dorso i gemelli, con tanto di casco
da centauri. |
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La lupa capitolina: etrusca o
medievale?
Fino al 2006 sulla statua di
bronzo che rappresenta una lupa
ringhiante e che è conservata ai
Musei Capitolini (da cui il nome) si
avevano pochi dubbi.
Era considerata un'opera etrusca,
probabilmente del 480-470
a.C. anche
se c'era chi sosteneva che fosse un
po' più recente (IV o III sec. a.C.).
Pochi erano i pareri contrari a questa
data. I due gemelli, invece, erano
ritenuti opera del tardo XV secolo
(forse di Antonio del Pollaiolo).
Nel 2006 Anna Maria Carruba, a
conclusione di un restauro condotto
sulla Lupa tra 1997 e 2000, ha
pubblicato un libro nel quale sostiene
che la statua per ragioni tecniche è
da considerarsi un'opera non etrusca ma
medievale, probabilmente del
XIII secolo (come
confermerebbero le analisi
scientifiche, radiocarbonio e
termoluminescenza). Una ipotesi
scioccante, avallata dal parere
autorevole di Adriano La Regina
(click
1 e
2).
Naturalmente questa tesi ha
provocato un vero terremoto nel
mondo dell'archeologia. Alcuni hanno
appoggiato la nuova datazione, ma
molti altri si oppongono. Ad esempio
Andrea Carandini, che in un convegno
del 2007 su questo tema ha ribadito
che si tratta di un'opera d'arte
etrusco-romana della prima metà del
V secolo a.C., portando una serie di
opere a confronto (click).
E Giovanni Colonna, che in base
all'analisi del metallo ha inoltre
ipotizzato che l'autore della statua
provenisse dalla Sardegna (click).
Chi avrà ragione? |
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L'anno che si è appena concluso
(2009) ha visto la lupa e i gemelli protagonisti dei manifesti
di alcuni importanti eventi di carattere internazionale che si
sono svolti in città.
La sua immagine ha accompagnato lo slogan del Festival Internazionale della Filatelia
Italia 2009 (21 - 25 ottobre), con l'invito a venire a Roma
'a fare la storia del francobollo'.
Ad sostenere
l'invito, la nostra lupa e due francobolli al posto dei mitici
gemelli, il tutto su un collage di monumenti celebri dell'urbe.
Sempre lei sul manifesto del World Summit of Food
Security (16 - 18 novembre).
Il motivo? Roma è la 'capitale della
lotta alla fame nel mondo' perché 'è nella nostra storia'
nutrire gli affamati. |
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Tra le numerose pubblicità locali ne segnaliamo
tre.
Nella prima (2009) la promozione del centro
arredamento Binacci - che 'moltiplica i vantaggi'
- è sottolineata dal proliferare di gemelli
sotto le mammelle della lupa (della campagna
fa parte anche un triplo Marco Aurelio a dorso
del cavallo,
click).
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Nella seconda (2008) una lupa con maschera
antigas è chiamata a sostegno di un manifesto
politico che sollecita il coinvolgimento dei
cittadini nelle problematiche ambientali.
La terza è una pubblicità di alcuni anni fa per
Prenatal, catena specializzata in prodotti per
mamme e bambini, nella quale c'è un evidente
richiamo alla
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lupa, anche se in modo piuttosto
libero. |
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BINACCI
2011
Nel mese
di
giugno
una
campagna
su
stampa e
affissioni
propone
la lupa
che
abbandona
i suoi
gemelli
per
'fare un
salto da
Binacci'. |
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Infine, tra le pubblicità internazionali ne
ricordiamo due recenti.
Una della Lavazza
(2008-2009), con lupa e gemelli nel Colosseo,
proposta sia nel calendario (click)
che sulla stampa e nelle affissioni (sotto
c'è un'affissione a Berlino).
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L'altra della Yamaha, per lo scooter X-City (2008), con
una dinamica e indisciplinata (è senza
casco) lupa che a bordo di una rombante due
ruote vaga per Roma (della campagna
fanno parte altre immagini, con
l'asinello di Napoli e
l'elefante di Catania,
click). |
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FIGLI
DELLA LUPA
La retorica fascista si impadronì dei
simboli di Roma antica, lupa capitolina compresa: fin dalla nascita,
infatti, i piccoli italiani si
trovavano inseriti in una associazione giovanile
chiamata Figli della Lupa.
La scultura capitolina appare quindi sia in
pubblicazioni che in pubblicità del
ventennio, delle quali se ne propongono qui tre: per
la FIAT, 1937 (Mario Sironi); per il Salone
Internazionale dell'Automobile
del 1929 a Roma (Giuseppe Riccobaldi Del
Bava); per l'azienda produttrice di
munizioni BPD (1942), in piena guerra (G. Casa).
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fonti: stampa periodica e quotidiana, affissioni, web
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(gennaio-marzo 2010) |
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