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Il
fascino senza tempo della seduttrice
di Giulia Grassi
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Strenesse nasce nel 1995, come affiliata italiana del
celebre marchio della moda tedesca Gabriele Strehle; nel 1998
il marchio viene personalizzato, diventando Strenesse Gabriele
Strehle e nel 1999 vengono lanciate sul mercato linee proprie di
accessori, calzature e borse.
Quell'anno su un magazine appare
una bella foto pubblicitaria. Rappresenta una modella in
atteggiamento ieratico, frontale, inquadrata in un piano
ravvicinato che annulla l'importanza dello sfondo, con
un'architettura sul lato destro. La foto è in bianco e nero,
leggermente sgranata e la lettura dei dettagli è resa difficile
dal lampo di luce che fuoriesce dal palmo della mano sinistra
della modella. In primissimo piano, nella parte inferiore della
pagina pubblicitaria, c'è il logotipo (nome dell'azienda)
che, a un esame più attento, appare posizionato su uno specchio
convesso nel quale si riflettono la modella e lo sfondo. La
deformazione delle immagini sulla superficie curva, e la luce
uniforme, evidenziano lo sfondo, che si presenta come un
cielo percorso da nubi, mentre sull'angolo destro si vedono
alcune lettere del nome Gabriele Strehle, rovesciato.
Una bella foto di moda che, dal punto di vista generale, rientra
in una tipologia prevalente nelle pubblicità del settore
dell'abbigliamento, che consistono spesso in una fotografia con
due soli elementi: una modella o un modello e il marchio (Codeluppi,
2002, pp.106 sgg.). Eliminano cioè, completamente, il
livello verbale affidandosi esclusivamente alla forza
dell'immagine. Che, in questo caso, è piuttosto complessa.
La
donna della foto richiama un modello femminile
abbastanza preciso, di una donna bella e altera,
affascinante ma pericolosa, una seduttrice (Kermol
- Beltrame, 2001). La prima impressione è di una
forte somiglianza con l'immagine di
Nefertiti, quella del busto di Berlino: volto
angoloso, zigomi alti, mento largo e gli occhi sottolineati
dalle linee nere del trucco.
Poi vengono in mente certe foto in bianco e nero di
Greta Garbo, soprannominata 'la Divina' ma anche 'la
Sfinge', in particolare quella in cui i |
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capelli
completamente tirati lasciano scoperta la fronte (circa
1930). E,
vagando per assonanze, le immagini di alcune donne
dipinte da Klimt, in |
particolare la Giuditta I
del 1901, che piega il braccio
destro per mostrare la testa mozzata di Oloferne.
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Busto in
calcare dipinto di Nefertiti
18ª dinastia (XIV secolo
a.C.)
Berlin, Ägyptisches Museum |
La parte inferiore dell'immagine
pubblicitaria, con lo specchio convesso che riflette e
deforma la modella, rimanda agli specchi convessi dipinti in
epoca rinascimentale, ad esempio quello sullo sfondo del
Ritratto dei coniugi Arnolfini del fiammingo Jan van Eyck
(1434) o l'inquietante Autoritratto in uno specchio convesso
del Parmigianino (1524).
Insomma un'immagine complessa, di un tipo che si richiama a un
modello femminile sedimentato nella memoria collettiva e, al
tempo stesso, si compiace "della
citazione erudita, spesso destinata a rimanere implicita, in
secondo piano: la citazione volta a carpire l’attenzione e/o
suscitare il compiacimento intellettuale di un target specifico
e tendenzialmente elitario (fig. 37)" (Bonoldi,
2005, p. 317 e in
Peithò&Mnemosyne).
Il ritratto di Nefertiti
farebbe parte di quelli che, nella classificazione della
rubrica
Peithò&Mnemosyne:
Pubblicità e Tradizione classica,
vengono definiti 'archetipi della memoria collettiva', vale a
dire "Forme,
idee, temi, simboli, appartenenti al DNA culturale, [che]
riemergono nel messaggio pubblicitario non per citazione di un
preciso modello iconografico, ma come engramma", cioè 'segno'
sedimentato nella coscienza collettiva. |
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aNefertiti (il cui nome significa
la bella è giunta)
è stata la moglie del faraone
Akhenaton,
uno dei più controversi della storia
d'Egitto.
Le numerose immagini che ci sono
giunte,
e in particolare il busto di
Berlino,
ci rimandano le fattezze di una
donna
di una bellezza straordinaria.
Proprio per questo viene solitamente
usata
in pubblicità di cosmetici o centri
di bellezza:
Pubblicità di una linea di
Logo di un centro
cosmetici (Himmelmann)
di estetica (sul web)
... ma anche in modo ironico e
dissacrante (click) |
Una vera battaglia si è accesa,
negli ultimi anni,
intorno alla mummia della regina
(morta forse intorno ai 35 anni).
Nel 2003 l'archeologa Joann Fletcher
identifica la mummia 61072 di
una tomba
nella Valle dei Re a Luxor
come quella
di Nefertiti; ma
molti esprimono dei dubbi
su questa ipotesi, in
particolare il patriarca
dell'egittologia Zahi Hawass.
Quest'ultimo
nel 2006 ha annunciato
che
una delle mummie di una
nuova tomba
scoperta nel febbraio di quell'anno,
sempre nella Valle dei Re,
potrebbe essere proprio quella della
regina. |
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fonti: "D La Repubblica delle Donne" del 28 settembre 1999 |
(marzo
2009) |
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