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SCHEDA DIDATTICA 17 |
IL
GIAPPONISMO:
2.
I MAESTRI DELL' UKIYO-E E LA PITTURA
OCCIDENTALE |
Dalla metà del XIX
secolo si afferma in Europa e negli Stati Uniti il
Giapponismo (francese: Japonisme),
fenomeno culturale caratterizzato dalla produzione di
dipinti, sculture, spettacoli, moda e arti decorative
influenzate in vario modo dell'arte del Giappone.
Non è la prima volta che l'Oriente, vicino o lontano che
sia, affascina l'Occidente moderno. Il XVIII secolo aveva visto
impazzare le
Cineserie. E dalla fine del secolo era
emerso il fenomeno dell'Orientalismo (il
cui inizio viene collegato alla spedizione napoleonica
in Egitto del 1798 e ai pittori che la documentarono,
Antoine-Jean Gros e Anne-Louis Girodet-Trioson), con una
vasta produzione di
quadri con
paesaggi e scene di vita del mondo islamico, dall'Africa
settentrionale alla Persia; un Oriente più immaginato
che non realmente conosciuto, profondamente 'esotico',
misterioso e sensuale (Jean-Léon Gérôme,
L'accensione del narghilè, 1898 ca).
L'affermazione del giapponismo viene
stimolata dall'apertura commerciale e
politica del paese del Sol Levante tra 1854
e 1858, dopo un lungo e rigido isolamento.
In Occidente arrivano gli
ukiyo-e
('immagini del mondo fluttuante'), stampe
legate alla cultura
ukiyo che vengono avidamente
collezionate da intellettuali, mercanti
d'arte e, naturalmente, artisti; e nelle
Esposizioni Universali si possono ammirare
anche altri prodotti giapponesi, come
sculture, libri finemente decorati, bronzi,
tessuti, tutti espressione di un'arte di
corte raffinata e suggestiva.
Gli ukiyo-e dei grandi maestri - Hokusai,
Hiroshige, Utamaro, Kunisada, Eisen - hanno
un impatto decisivo sulla pittura e
sull'illustrazione litografica, stimolando
quegli artisti che, insofferenti alle
convenzioni della pittura accademica,
cercano nuove possibilità espressive.
Le stampe giapponesi, infatti, propongono
una diversa resa della visione.
I
colori sono accesi, piatti, accostati in
modo inconsueto. La resa spaziale è del
tutto inedita, con scorci e punti di vista insoliti
(angolati, dal basso o dall'alto 'a volo d'uccello') e
una liberatoria 'ignoranza' delle regole
della prospettiva. Le linee dominati, tese e
ondulate, imprimono vitalità e movimento
alle immagini. I soggetti sono variati, e
propongono il mondo fluttuante nel
suo articolato ed effimero dispiegarsi.
In Occidente arrivano anche le
manga
('immagini
casuali',
'disegni in
libertà'), album
con raccolte di schizzi, spesso 'a tema',
nei quali gli artisti trovano una miniera di
spunti per le loro opere.
L'elenco dei pittori che hanno attinto alle
suggestioni delle stampe ukiyo-e è
piuttosto lungo. Si va da dall'americano
James Mc Neill Whistler (1834-1903), che
è stato "il primo artista occidentale a
reagire in modo profondo ai manufatti che
arrivavano nell'Europa
occidentale" (R. Dorment, 1994), a Edgar
Degas (1834-1917), che |
Gli
ukiyo-e
sono stampe
su matrici di
legno intagliate (vedi
xilografia),
ottenute con un
procedimento
abbastanza
complesso e
totalmente
artigianale: per
ogni stampa le
matrici erano
tante quanti i
colori da
stampare e il
procedimento di
impressione
dell'immagine
sul foglio non
era meccanico
(con il torchio)
ma ottenuto con la pressione
della mano.
Si trattava di
una produzione
di massa, che
aveva per
argomento sia la
vita nelle città
(cortigiane,
attori,
lottatori di
sumo...) sia la
natura. |
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GAUGUIN, Lotta di bambini, 1888
HOKUSAI,
Lottatori,
1834 (Manga) |
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arrivò a ideare nuovi
procedimenti tecnici per rendere nelle sue opere la
luminosità degli sfondi di molte stampe, in
particolare di Utamaro.
Da Paul Gauguin (1848-1903), che lascia
trasparire il suo profondo debito nei confronti
delle stampe giapponesi fin nei quadri di soggetto tahitiano, a Vincent van Gogh (1853-1890),
che in una lettere al fratello Theo confessa "Tutto
il mio lavoro si basa sulla giapponeseria". E
poi Manet, Renoir, Pissarro,
Lautrec, Redon, Klimt e tutto il variegato mondo
dell'Art Nouveau.
Infine c'è Claude Monet (1840-1926), definito
dal critico Zacharie Astruc "fidèle émule d'Hokusai"
(1872). Il suo interesse per la natura, per le
infinite manifestazioni e variazioni della luce,
dell'acqua, della nebbia, della neve non poteva non
avvicinarlo alle molteplici espressioni del mondo
fluttuante impresse negli ukiyo-e. A tal
punto suggestionato da far costruire nel suo
giardino a Giverny un ponte giapponese sullo
stagno delle ninfee.
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Ma
chi sono questi maestri giapponesi?
Il primo da ricordare è sicuramente
HOKUSAI
(1760-1849).
Hokusai non è il suo vero nome ma è il più noto dei
sessanta pseudonimi da lui usati nel corso della sua lunga vita.
In questa variabilità del nome si condensa l'essenza della sua
vicenda artistica, basata sulla ricerca e sulla sperimentazione
incessanti, nell'inseguimento di una perfezione ritenuta
impossibile da raggiungere. Scriverà: "Dall'età
di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e dai
cinquant'anni pubblico spesso disegni, tra quel che ho
raffigurato in questi settant'anni non c'è nulla degno di
considerazione. A settantatre ho un po' intuito l'essenza della
struttura di animali ed uccelli, insetti e pesci, della vita di
erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta
ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni
avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del
meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o
una linea saranno dotati di vita propria". Si racconta anche
che in punto di morte, ormai prossimo ai novant'anni, avrebbe detto alla
figlia e agli allievi: "Se solo il cielo mi desse altri dieci
anni di vita... Se solo il cielo mi desse ancora cinque anni, io
potrei diventare un vero artista".
Un carattere insofferente, insoddisfatto, curioso: Hokusai ha
studiato tutte le tecniche e si è messo alla prova
rappresentando i soggetti più svariati, con una produzione
vastissima solitamente suddivisa in sei periodi.
La sua serie di
stampe più famosa è
Trentasei vedute del monte Fuji
(1826-33), di cui fa parte la celeberrima
Grande Onda; e giustamente famosi sono i suoi 15 volumi
delle
Manga. Un vero gigante della pittura, che si
dichiarava gakyōjin,
'vecchio pazzo per la pittura'.
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Il
Fuji visto dal Saizado, entro 1833 |
MONET,
Terrazza a Sainte-Adresse, 1867 |
WHISTLER, Battersea Reach dalle Lindsey Houses,
1864 ca |
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Susino in fiore e luna, 1803 ca
VAN
GOGH, Rami di mandorlo in fiore, 1890 |
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Studi (Manga), 1816 ca |
RENOIR,
Gli ombrelli, 1881-85 |
REDON,
Uomo-pesce, 1888 |
Il
fantasma Okikus, 1830 |
C'è poi
UTAGAWA
HIROSHIGE
(1797-1858), che Monet e
Pissarro definivano "un
meraviglioso
impressionista".
Hiroshige si è cimentato
con molti soggetti, ma
sicuramente è nel
paesaggio che la sua
creatività si è espressa
al meglio. È stato il
primo, in
Giappone, a
considerare
il paesaggio
non come
sfondo ma
come
soggetto
autonomo, un
mezzo per
esprimere
emozioni.
Studiava la natura e
basava molti suoi
disegni su schizzi
realizzati direttamente
dal vivo: per questo
nelle sue stampe ci sono
elementi naturalistici
assenti nella restante
produzione ukiyo-e,
Hokusai compreso.
Celeberrime le sue serie
Cinquantatre stazioni
della Tōkaidō
(1833 ca) e
Cento vedute di Edo
(1856-59).
Van Gogh fu talmente
affascinato
da Hiroshige
da
riprodurre
due delle
sue stampe
più famose:
Improvviso acquazzone
sul Grande Ponte vicino
Atake, 1857 /
Japonaiserie: ponte
sotto la pioggia, 1887
(in basso a sinistra)
e
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Albero di susino
nella casa del tè a Kameido, 1857 /
Japonaiserie: susino
in fiore, 1887 (in
basso a
destra).
Ed è
singolare,
ma
significativo,
che la prima
mostra
monografica
delle sue
opere sia
stata non in
Giappone ma
negli Stati
Uniti e per
volontà non
dei critici
ma di un
architetto,
Frank Lloyd
Wright; nel
1906. |
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HIROSHIGE
-
VAN GOGH |
HIROSHIGE
-
VAN GOGH |
Il
boschetto di
Suijin
presso
Masaki,
1857 |
GAUGUIN,
La belle
Angèle,
1889 |
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PISSARRO,
Boulevard
Montmartre:
pomeriggio,
giornata
grigia,
1857
Scena
notturna a
Saruwaka-chā,
Edo,
1856-1859 |
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Neve a
Asakusa,
1845 |
MONET,
Donna col
parasole,
1875 |
Molto famosi in
Occidente anche
HUTAGAWA
KUNISADA I
e
II,
rispettivamente
maestro
(1786-1865) e
allievo
(1823-1880).
Del
primo
sappiamo che è
stato
straordinariamente
produttivo: si
ritiene che
abbia realizzato
tra i 20.000 e i
25.000 disegni
per ukiyo-e,
il 60% dei quali
dedicato al
mondo del teatro
kabuki.
Del
secondo, che
i suoi soggetti
preferiti erano
le case di
piacere e le
case da tè. |
KUNISADA II,
Interno di un
bagno pubblico,
1869 |
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DEGAS, Le Tub,
1886
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Molto amato
anche
KITAGAWA
UTAMARO
(1753-1806).
Della sua vita
si sa poco, ma
questo è comune
un po' a tutti i
maestri dell'ukiyo-e.
Nella variegata
produzione di
Utamaro, che
si dedicò oltre
che
alle stampe
anche ai libri
illustrati, si
distingue per
qualità e
raffinatezza la
rappresentazione
della figura
femminile: ci ha
infatti lasciato
bellissimi
ritratti a
figura intera di
donne sensuali (bijin-ga). |
Volti di
bellezza:
Hinzaru di
Keizetsuro,
1794-95
e
MARY CASSAT,
La lettera,
1890-91 |
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E, infine,
KEISAI
EISEN
(1790-1848). La
produzione
di
Eisen
comprendeva le
consuete
tematiche degli
ukiyo-e,
ma la sua
specialità sono
stati gli
ōkubi-e
(ritratti della
sola testa) e i
bijin-ga
(ritratti
femminili).
Naturalmente non
sono solo questi
gli artisti
giapponesi le
cui stampe
inondarono
l'Occidente
influenzando i
pittori della
seconda metà
dell'Ottocento e
oltre; per i più
curiosi,
click. |
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La casa della
notte solitaria
(particolare),
entro 1848
TOULOUSE-LAUTREC,
Moulin Rouge:
la Goulue,
1891 |
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[In Italia abbiamo
potuto ammirare di
recente queste opere
affascinanti in
alcune mostre
memorabili, due a
Milano a Palazzo
Reale e una a Roma
al Museo del Corso,
tutte curate da GIAN
CARLO CALZA:
Hokusai. Il vecchio
pazzo per la pittura
(01.10.1999 -
09.01.2000) e
Ukiyo-e, il mondo
fluttuante
(07.02 -
30.05.2004);
Hiroshige. Il
maestro della natura
(17.03 -
13.09.2009), quest'ultima
con una piccola ma
interessante sezione
dedicata alla
fotografia. A questo
studioso e a GIOIA
MORI
(Impressionismo,
Van Gogh e il
Giappone, 1999),
in particolare ma non solo, sono debitrice per
questa scheda].
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(Giulia Grassi,
ottobre-dicembre 2009) |
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